IPO - Increasing People Opportunities | Tre cose buone
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Tre cose buone

Tre cose buone

Mi assale un dubbio, anche se sono sotto l’ombrellone. E se la formazione, le pizzette, le crostatine, i sorrisi e le strette di mano fossero solo l’effetto passeggero della presenza in Etiopia di un formatore sotto la cui supervisione tutto appare possibile? Se fossimo più noi a godere nell’insegnare, ma il nostro insegnamento cadesse nel vuoto?

Visto che continuo a pensarci, decido di fare una telefonata e chiedere, così, a bruciapelo, tre cose buone che sono rimaste, sono state lasciate o sono accadute durante il training. La risposta dall’altro capo del filo non arriva immediatamente: è una domanda inaspettata. Dopo un silenzio un po’ più lungo del normale, e dopo il rituale “ci sei ancora?”, arriva una risposta netta.

«Essere in grado di produrre i panini con l’aspetto giusto, quello che cercavamo e soprattutto riuscire a farlo facilmente».

E questa è una. Potrei dirmi soddisfatto, ma prima che lo tolga dall’imbarazzo di pensare ad altro, ecco che subito spara due cose, una dietro l’altra.

«…e poi i nuovi prodotti della pasticceria, inclusa l’ottimizzazione delle nostre ricette, per noi era così importante. Terzo – perché me ne hai chiesti tre vero? – i materiali per il controllo della temperatura e le nozioni a riguardo: ci hanno fatto fare un salto in avanti nel capire come gestire gli impasti».

Non rimane da dire molto, dico che era solo per questa cosa, al volo, che ora sono impegnato, saluto e mi rimetto a leggere il giornale, soddisfatto.