IPO - Increasing People Opportunities | Chi vede lontano
1379
post-template-default,single,single-post,postid-1379,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,qode_grid_1300,footer_responsive_adv,hide_top_bar_on_mobile_header,qode-content-sidebar-responsive,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-9.2,wpb-js-composer js-comp-ver-4.11.2.1,vc_responsive
 

Chi vede lontano

Chi vede lontano

È già passato un anno da quando ho mandato a Roberto il video “Pasta Madre” che raccontava la nascita della panetteria di Hawassa. Quando poco dopo ho chiamato per sapere che ne pensasse, con un po’ di titubanza e non dopo avere fatto a IPO e ai ragazzi di Beteseb grandi complimenti e incoraggiamenti, il dottore ha commentato:

Bene, grandioso. Però…però, non voglio rovinare la festa, ma ho visto molta muffa alle pareti e alcune carenze dal punto di vista della gestione dell’igiene”.

Silenzio.

Lì per lì, avrei voluto strozzarlo: invece di gioire perché ce l’avevamo fatta – la panetteria era realtà!-, eccolo che alzava l’asticella, ad indicare che fossimo ancora lontani dal raggiungere obiettivi di lungo termine. Poi, ripresomi subito, mi sono reso conto di quanto fossi stato sciocco: Roberto, Claudia e Vitalia sono i pediatri che hanno fatto crescere la nostra organizzazione, spendendosi per anni per il miglioramento della salute infantile in Etiopia. Io, preso dall’entusiasmo e fresco di quest’avventura della panetteria che mi elettrizzava, non mi ci ero soffermato poi troppo. Ero stato superficiale.

A seguito di questa prima telefonata, c’è stato uno scambio con la dottoressa Vitalia che, tra mille impegni, è riuscita a trovare il tempo per concettualizzare un intervento solido e appropriato per il contesto. Lei e il dott. Roberto hanno lavorato a lungo e hanno prodotto un pacchetto formativo in gestione di base dell’igiene nei luoghi di produzione alimentare, studiato appositamente per Hawassa. Come se non bastasse si sono subito attivati perché potessimo reperire le risorse per dare il via ai lavori strutturali più urgenti. In effetti ci siamo resi conto subito che la formazione doveva seguire l’adeguamento igienico-sanitario dei locali e grazie alla loro solidarietà, alcuni mesi dopo la fatidica chiamata abbiamo mandato la somma necessaria a coprire i costi per i lavori, approfittando del fatto che il nostro aiuto, in tempo di pandemia, dovesse necessariamente adeguarsi alle circostanze. Apro una parentesi, come stiamo facendo sempre negli ultimi mesi, per aggiornarvi sui numeri del Covid19: ad oggi in Africa si sono registrati 668,770 casi, di cui 9.503 in Etiopia (con purtroppo 167 decessi). Tornando alle condizioni igieniche della panetteria: i lavori di sistemazione andavano solo concordati, del resto l’ONG locale Beteseb poteva procedere in tutta indipendenza, e dunque, per non starsene con le mani in mano, hanno subito capito quanto fosse importante creare un centro di produzione con standard igienici rinnovati, idoneo per sfruttare appieno gli equipaggiamenti e le opportunità di formazione, aspirando loro stessi, in prima persona (forse più lungimiranti di me!) a produrre pane, prodotti da forno e pasticceria di qualità e sicuri per il consumatore.

Le stanze, sia quelle già in uso, sia quella nuova che sta aspettando i materiali stoccati nel container ancora a Gibuti (ne sapremo qualcosa nelle prossime puntate, non vi preoccupate…siamo vicini, ma non anticipo niente) hanno tutte le piastrelle e le superfici lavabili che mancavano; i soffitti sono stati alzati, permettendo una migliore ventilazione e la contro soffittatura è stata rifatta, per evitare eventuali intrusioni di ospiti indesiderati; c’è una nuova linea per l’acqua e per gli scarichi, per evitare odori spiacevoli, e le grondaie sono state rifatte per bene; le docce per i dipendenti e lo spogliatoio con gli armadietti sono stati ristrutturati e le finestre hanno finalmente le loro belle zanzariere.